D a oggi faccio parte del pool di avvocati ecuadoriani e di giuristi internazionali che sta assistendo e difendendo l’ex presidente dell’Ecuador Rafael Correa Delgado, imputato in un processo costruito sul nulla probatorio. Sono a Quito, capitale ecuadoregna, per l’udienza preliminare che si svolgerà domani e mercoledì. Si tratta di una vicenda assurda e surreale, in cui è stata letteralmente inventata un’accusa di sequestro di persona che si vuole addebitare a Correa senza uno straccio di prova. In Ecuador è in corso un pericoloso sovvertimento dello Stato di diritto con il quale si vuole far pagare all’ex presidente Correa e alle persone politicamente a lui più vicine la guerra condotta contro gli interessi di tanti gruppi e lobbies multinazionali ed americane, che hanno sfruttato indisturbate per decenni e decenni l’Ecuador e gli altri Paesi dell’America Latina, di cui hanno affamato i popoli. Insieme ad un gruppo di avvocati e giuristi di varia nazionalità seguiremo come ‘osservatori internazionali’ le vicende che stanno accadendo in Ecuador, una torsione delle regole del diritto penale e dello Stato di diritto che riguarda non solo Correa, ma anche l’ex vice presidente dell’Ecuador, l’ingegnere Jorge Glas, detenuto nelle carceri ecuadoriane sulla base di una condanna anch’essa senza prove. Probabilmente a Correa si vuole far pagare anche di avere dato asilo politico nell’ambasciata ecuadoriana di Londra a Julian Assange, fondatore di WikiLeaks e ricercato dagli USA, la cui vita è in pericolo, come dimostra la recente misteriosa scomparsa in Norvegia del suo socio Arjen Kamphuis, cofondatore di WikiLeaks. Ho già predisposto un rapporto politico-giuridico sul caso in cui si denunciano le manipolazioni del diritto penale e del diritto processuale della prova e le conseguenti violazioni dei diritti dell’uomo che andranno denunciate in ogni sede internazionale. Non è una questione locale è una battaglia per la verità, la giustizia e la democrazia nel mondo alla quale non si può restare indifferenti