Ora bisogna passare alla fase 2, ripartendo da quell’entusiasmo. Salvatore Settis ha denunciato proprio su questo giornale, qualche giorno fa, il rischio di disperdere lo slancio ideale di chi ha votato No il 4 dicembre. Sarebbe un errore imperdonabile, non possiamo permetterci di dissipare un simile patrimonio, tanto più considerando che alla vittoria del No non è seguito il momento di rottura politica che era lecito aspettarsi, ma la continuità del governo Gentiloni.
È allora necessario che alla stagione della resistenza costituzionale faccia seguito quella della riscossa costituzionale, in modo che la Costituzione sia finalmente attuata.
È un cambio di passo da fare subito. Io ho già proposto – e lo ripropongo qui ancora una volta – di convocare al più presto gli Stati Generali per l’attuazione della Costituzione, un momento d’incontro aperto a chiunque sia interessato a costruire un fronte popolare e democratico, un’alleanza antisistema in grado di coordinare una nuova passione politica e costruire una cultura condivisa della democrazia, dei diritti, della legalità, delle libertà e del rispetto della Costituzione.
Abbiamo anche redatto un appello, insieme a costituzionalisti come Alberto Lucarelli ma anche a cittadini attivi ed esponenti della società civile come Ivano Marescotti e Vauro, ed al quale sulla rete (sulla piattaforma Change) stanno aderendo giuristi, rappresentanti dell’associazionismo e tanti cittadini comuni, che è rivolto in primis agli italiani che si sono battuti per la vittoria del No al referendum e che hanno voglia di battersi ancora per una reale attuazione della Costituzione.
Allo stesso tempo, però, occorre anche guardare cosa sta accadendo dentro il Pd e alla sua sinistra, nonché nella complessa galassia del mondo 5 Stelle, perché non si possono ignorare i processi di disgregazione e aggregazione che stanno ridisegnando quell’area in cui è cresciuto il popolo del No.
Esiste un minimo comune denominatore che consente di rendere riconoscibile, attiva e unitaria questa area, che tale è stata in occasione della sfida referendaria e che da questa sua unitarietà ha tratto l’energia per vincere?
Siamo davanti a un’altra sfida importante, in un momento decisivo della nostra storia. Potremo vincerla solo se saremo capaci di recuperare e rilanciare quella voglia di partecipazione e quella fame di vera politica che ha permesso di vincere la battaglia referendaria.
Una battaglia appunto, perché la guerra è ancora lunga e il nemico prepara già la controffensiva: non possiamo abbassare la guardia proprio adesso